Il Raggio consiglia
Qui troverai l'elenco dei libri e le indicazioni che solitamente vengono comunicati alla fine dei nostri incontri.
Qui troverai l'elenco dei libri e le indicazioni che solitamente vengono comunicati alla fine dei nostri incontri.
"La Voce di Dio a Findhorn" non è solo la cronaca affascinante di una delle comunità spirituali più influenti al mondo, ma è una vera e propria guida pratica all'armonia con il Divino e con la Natura.
Questo libro, essenziale per chiunque sia in cammino spirituale, racconta l'incredibile storia di come, attraverso l'ascolto interiore profondo e la collaborazione amorevole con le Intelligenze della Natura (gli Spiriti della Natura), i fondatori di Findhorn siano riusciti a trasformare un terreno arido e sabbioso in un orto lussureggiante e miracoloso.
Il messaggio centrale è potente e attualissimo: il Divino è accessibile a tutti, sempre, e la vera spiritualità si manifesta nella vita quotidiana e nel servizio al Pianeta. È una lettura che risveglia la fede nelle proprie potenzialità, ispira al co-creare con l'Universo e dimostra che i "miracoli" sono il risultato naturale di una coscienza elevata e di un cuore aperto.
Lettura Consigliata per: Chi cerca testimonianze di vita spirituale autentica e desidera approfondire il rapporto con la Natura e l'Intuito.
Una lettura che nutre l'anima e ispira la trasformazione!
"Oltre l'invisibile" non è solo l'autobiografia di un genio della tecnologia—Federico Faggin, l'inventore del microprocessore—ma un ponte straordinario tra la scienza dura e la spiritualità profonda.
Per chi è alla ricerca di una sintesi tra conoscenza razionale ed esperienza interiore, questo libro offre una prospettiva illuminante e coraggiosa.
Faggin, dopo una vita dedicata alla materia e alla logica, condivide il suo percorso di risveglio che lo ha condotto a esplorare la natura della coscienza e dell'informazione come fondamenta non materiali della realtà. La sua testimonianza, supportata dal rigore scientifico che lo contraddistingue, demolisce i confini del materialismo e apre la porta a una visione del mondo dove l'anima e lo spirito non sono più concetti mistici, ma elementi fondamentali.
È un'opera essenziale che infonde speranza e riconferma l'idea che la nostra vera essenza trascende il corpo e l'equazione puramente fisica. Una lettura caldamente consigliata per il lettore de il-raggio.com, che desidera vedere come l'uomo che ha dato un'anima digitale al mondo ha poi scoperto l'anima infinita che permea l'universo.
Assolutamente da leggere!
"Il cammello sul tetto. Discorsi Sufi" di Sheikh Burhanuddin Herrmann è molto più di una semplice lettura sulla mistica islamica: è una vera e propria guida pratico-spirituale che introduce il lettore all'essenza viva e vibrante del Sufismo.
L'autore, con il suo umorismo contagioso e la sua franchezza disarmante, demolisce l'immagine stereotipata dei dervisci roteanti per svelare una Via che è fatta di profonda gioia estatica, ma anche di impegno risoluto e scelte rigorose. Il cammino Sufi è il sentiero dell'Amore, quello incondizionato di Dio, che ci chiama a compiere la vera Jihad: la lotta instancabile contro l'ego e i suoi attaccamenti.
Ciò che rende questo libro unico per il lettore spirituale è la sua capacità di mescolare la soavità amorosa con una spietata intolleranza verso l'ipocrisia. Burhanuddin funge da "fiamma ossidrica" che purifica, facendo spazio all'amore incondizionato. I discorsi, nati da seminari e insegnamenti diretti, mantengono la freschezza della trasmissione da cuore a cuore della tradizione.
Per chi cerca una spiritualità autentica, senza scorciatoie new age, che abbracci la totalità della vita, inclusa la sua mortalità, "Il cammello sul tetto" è una lettura fondamentale. Ti insegna che la leggerezza del cuore è la cifra del derviscio e che, nonostante l'impegno richiesto, la destinazione è la suprema Unità del Creato.
Un libro che non si legge, ma si percorre come una strada verso l'infinito Amore Divino.
Il "Dizionario del libro della natura" di Omraam Mikhaël Aïvanhov è una vera e propria chiave iniziatica per chi desidera comprendere i messaggi profondi e universali celati nella creazione.
Non è un dizionario nel senso tradizionale, ma una ricchissima raccolta di analogie, immagini e simboli che rivelano la correlazione indissolubile tra il mondo fisico e la vita interiore, psicologica e spirituale dell'essere umano.
Attraverso questo prezioso volume, il Maestro Aïvanhov ci insegna a "leggere" il Libro della Natura—le stelle, i fiori, le pietre, l'acqua, il sole—come una fonte inesauribile di saggezza eterna e di soluzioni pratiche ai problemi quotidiani. Il principio fondamentale che guida l'opera è l'antico assioma ermetico:
"Ciò che è in basso è come ciò che è in alto".
Questo significa che ogni fenomeno fisico ha una corrispondenza diretta nelle regioni del cuore, dell'intelletto, dell'anima e dello spirito.
Per i lettori di il-raggio.com, questo libro è uno strumento essenziale per sviluppare l'osservazione consapevole e la riflessione profonda. Vi invita a smettere di cercare risposte solo nei libri umani—spesso contraddittori—e a interpellare la natura, che offre risposte semplici, chiare ed esatte.
Un'opera fondamentale che riconduce la spiritualità alla sua fonte più pura, insegnandoci a vedere l'impronta divina in ogni cosa creata e a vivere in armonia con le leggi cosmiche.
Un compagno di viaggio indispensabile per ogni ricercatore spirituale!
Clicca per leggere un estratto del libro, è sufficiente quanto segue per farsene un'idea............
La permacultura è un sistema di progettazione per la creazione di insediamenti umani sostenibili. Il termine deriva dalla contrazione non solo di “permanent agriculture” ma anche di “perma-nent culture” dal momento che una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile e un’etica dell’uso della terra. A un primo livello la permacultura si occupa di piante, animali, edifici e infrastrutture (acqua, energia, comunicazioni). Tuttavia, la permacultura non considera tali elementi come a sé stanti quanto piuttosto come relazioni che si possono stabilire tra loro, in base al modo in cui essi sono collocati in una determinata area.
Lo scopo è la creazione di sistemi ecologica- mente ben strutturati ed economicamente produttivi, in grado di provvedere ai propri fabbisogni, evitando ogni forma di sfruttamento e inquinamento e quindi sostenibili sul lungo periodo. La permacultura valorizza le qualità intrinseche di piante e ani- mali, unite alle caratteristiche naturali dell’ambiente e alle peculiarità delle infrastrutture al fine di creare - in città e in campagna - sistemi in grado di sostenere la vita utilizzando la minore superficie possibile di terreno.
La permacultura si basa sull'osservazione dei sistemi naturali e utilizza sia la saggezza dei metodi di coltivazione tradizionali, sia le moderne conoscenze scientifiche e tecnologiche. Anche se è basata su solidi modelli ecologici, la permacultura crea comunque un ambiente coltivato, progettato per produrre alimenti per uso umano o animale in misura maggiore rispetto a quanto avviene generalmente in natura.
Nel libro La rivoluzione del filo di paglia, Fukuoka ha espresso in modo molto chiaro quella che è la filosofia della permacultura: una disciplina che, in poche parole, lavora con, piuttosto che contro la natura, basata sull'osservazione prolungata e ponderata, piuttosto che sull'azione protratta e irriflessiva. È una filosofia che prende in considerazione il ruolo produttivo di piante e animali nel loro complesso, evitando di trattarli come sistemi capaci di generare un unico tipo di prodotto. Utilizzando una metafora mediata dalle arti marziali orientali, si potrebbe dire che la permacultura, come l'aikido, viene applicata schivando i colpi, trasformando le avversità in forza e utilizzando ogni elemento in senso positivo. L’approccio convenzionale è invece più simile al karate: per far produrre un sistema si utilizza la forza bruta, asse- stando spesso colpi mortali all'ambiente. La verità è che se noi aggrediamo la natura, danneggiamo e alla lunga distruggiamo noi stessi.
L’uomo potrà ritrovare l’armonia con la natura solo quando rinuncerà all'idea della sua presunta superiorità sul mondo naturale. Levi Strauss ha affermato che il principale errore dell’uomo è quello di considerare se stesso come “padrone del creato”, nel senso di esserne al di sopra. È ovvio che l’uomo non è superiore alle altre forme di vita in quanto tutti gli esseri viventi sono espressione della vita stessa. Quando si riesce a cogliere questa verità, si diventa consapevoli che ogni nostra azione contro altre forme di vita è un’azione anche contro noi stessi. Una cultura che comprende questo non distrugge nessun essere vivente, tranne che in caso di estrema necessità.
La permacultura si basa sull'utilizzo di flussi energetici relativamente non nocivi e già esistenti in natura nonché sull'impiego di alimenti e risorse naturali presenti in grandi quantità, in modo che per la loro produzione non sia necessario distruggere la vita sul pianeta. In realtà, tutto ciò che serve per ripristinare e salvaguardare l’ambiente è oramai ben noto; ciò che è ancora sconosciuto è se la gran massa delle persone e dei singoli paesi siano pronti ad applicare tali conoscenze. In ogni caso, milioni di persone stanno già iniziando ad adottare uno stile di vita sostenibile per proprio conto, senza aiuto da parte delle istituzioni. Anche perché è possibile iniziare a fare qualcosa di concreto in questa direzione in qualsiasi luogo.
Possiamo, per esempio, iniziare a ridurre il con- sumo di energia pro-capite fino al 40%, senza sacrificare nulla di importante. Possiamo riadatta- re le nostre case per ottenere una maggiore efficienza energetica. Possiamo limitare l’uso dell’auto ricorrendo ai trasporti pubblici o condividendo il suo impiego con gli amici. Possiamo raccogliere l’acqua piovana in cisterne o riciclare le acque grigie per destinarle ai servizi igienici o all'orto. Possiamo anche iniziare a svolgere un ruolo attivo nella produzione di cibo.
Questo non significa per forza di cose che tutti dobbiamo coltivare patate, ma si può per esempio acquistarle direttamente da un agricoltore che coltiva in modo responsabile. In alcuni casi, può risultare più efficace partecipare alla costituzione di un gruppo d’acquisto solidale che si rifornisce da un produttore locale che non coltivare le patate stesse.
In tutti i sistemi di agricoltura permanente, e più in generale in ogni società sostenibile, i bisogni energetici sono soddisfatti dal sistema stesso. Invece, l’agricoltura convenzionale è totalmente dipendente dall'apporto di fonti energetiche esterne. Il passaggio da sistemi produttivi permanenti, in cui la terra era proprietà dell’intera comunità, a metodi di produzione agricola basati su colture annuali destinate esclusivamente al mercato - in cui la terra viene considerata semplicemente un fattore di produzione - implica il passaggio da una società a basso consumo energetico a una società caratterizzata da elevati consumi, uso distruttivo e sfruttamento della terra, dipendenza da fonti esterne di energia fornite principalmente dal terzo mondo sotto forma di combustibili, fertilizzanti, proteine, forza lavoro e abilità intellettuali.
L’agricoltura convenzionale non riconosce, né paga quelli che sono i veri costi: la terra viene impoverita della sua fertilità a causa della coltivazione intensiva; risorse non rinnovabili sono usate per sostenere la coltivazione; il terreno viene eroso a causa dell’eccessivo carico di bestiame e delle numerose lavorazioni; terra e acqua vengono contaminate da prodotti chimici.
La verità è che quando i bisogni di un sistema non vengono soddisfatti dal sistema stesso si paga un prezzo molto elevato in termini di consumi energetici e inquinamento. Un prezzo divenuto oggi insostenibile perché sta uccidendo il pianeta e minacciando la nostra stessa esistenza.
Se ci sediamo sui gradini della porta di casa e guardiamo fuori, vediamo che davanti a noi c’è tutto quello di cui abbiamo bisogno: sole, vento, esseri umani, edifici, pietre, mare, uccelli e piante. La cooperazione con tutti questi elementi porta all'armonia, la contrapposizione conduce al disastro e al caos.
La Sociocrazia, nota anche come Governance Dinamica, è un sistema di gestione che ha lo scopo di arrivare a soluzioni che creino sia un ambiente socialmente armonioso che organizzazioni ed imprese produttive. Si distingue per l'uso dell' "assenso" piuttosto che il voto a maggioranza nel momento della presa di decisioni, e per il momento di dibattito che avviene, prima del momento decisionale, tra le persone coinvolte che hanno un rapporto di collaborazione, conoscenza e uno scopo comune.
La Sociocrazia (originalmente chiamata: Metodo Sociocratico dell’Organizzazione in Cerchi, in inglese: Sociocratic Circle-Organization Method o SCM) è stata sviluppata in Olanda da Gerard Endenburg, ingegnere elettronico e imprenditore, ed è una revisione dell'approccio originario sviluppato da Betty Cadbury e Kees Boeke, educatori e attivisti pacifisti.
Ci sono diversi testi nella rete internet, sta di fatto che la sociocrazia deve essere provata per comprenderne la funzionalità, fai tu stesso una piccola ricerca per scoprire come funziona e sii protagonista al nostro prossimo incontro di giove-dì.
I nostri vecchi spesso ci dicevano "la vita è come una ruota", trovando e leggendo questi vecchi libri del 1941, come dissentire...
Link per scaricare il ibro in pdf: http://www.chiesariformatasalerno.net/media/le_lettere_di_be.pdf
Buona lettura
"...Un giovane diavolo: Come hai fatto a mandare così tante anime all'inferno?
Vecchio Diavolo: - Dalla paura!
Il giovane: - Ottimo lavoro! Di cosa avevano paura? La guerra? Carestia?
Il vecchio: No... di una malattia!
Il giovane: Non si sono ammalati? Non stavano morendo? Non c'era una cura?
Il vecchio: -... si sono ammalati Sono morti. C ' è una cura
Il giovane: - Non capisco...
Il vecchio: Hanno accidentalmente creduto che l'unica cosa che devono mantenere a tutti i costi è LA VITA!!!
Non si sono abbracciati.... Non si sono salutati... Si sono allontanati l'uno dall'altro.... Hanno rinunciato a tutti i contatti umani... Tutto ciò che è umano! Hanno finito i soldi Hanno perso il loro lavoro Ma hanno scelto di temere per la loro vita, anche se non avevano nemmeno il pane. Hanno creduto a tutto quello che hanno sentito, letto i giornali e creduto ciecamente a tutto quello che hanno letto. Hanno rinunciato alla libertà Non hanno mai lasciato casa Non sono andati da nessuna parte Non hanno visitato parenti e amici.
Il mondo si è trasformato in un grande campo di concentramento con prigionieri volontari.
Hanno accettato tutto!!! Solo per sopravvivere ad un altro giorno miserabile...
Non hanno vissuto, sono morti tutti i giorni!
È stato facile prendere le loro miserabili anime..."
C.S. Lewis - Consigli di un vecchio diavolo a uno più giovane - libro scritto nel 1941
L’Ordine Economico NATURALE (libro è disponibile solo in formato e-book)
Il modello economico attuale, il sistema monetario, a mio parere non trova equilibrio con la realtà dei beni che si possono acquisire con esso.
Prefazione (1) di Domenico De Simone al libro
L’Ordine Economico
NATURALE
Ci sono voluti cento anni per vedere la versione italiana di uno dei libri di economia più straordinari che siano mai stati scritti.
Gesell è uno scrittore di economia atipico, non appartiene a nessuna scuola e non usa nessun linguaggio tecnico. Questa è stata una delle ragioni per cui il suo pensiero è stato trascurato dai principali pensatori economici tranne Keynes. I marxisti non gli hanno mai perdonato le sue critiche a Marx e alla teoria del valore, e i liberal vedevano le sue teorie monetarie come una pericolosissima stramberia. Oltretutto, Gesell non veniva dagli ambienti universitari né da quelli politici e non c’era, quindi, alcuna ragione per cui il pensiero economico dominante dovesse prendere sul serio il suo pensiero, fosse solo per confutarlo. Il movimento che era nato sulle sue teorie, soprattutto in Germania, fu subito stroncato dal deciso intervento della Reichsbank che fece rapidamente cessare le sperimentazioni avviate anche se l’esito di queste era stato eccellente. Anzi, probabilmente fu proprio quella la ragione che ne determinò l’immediato intervento: se l’applicazione della moneta franca poteva dare così buoni risultati, che ne sarebbe stato del potere della Reiksbank e dei suoi referenti politici e finanziari? Se non fosse stato per Keynes, il pensiero di Gesell sarebbe stato destinato all’oblio per sempre, poiché è difficile trovare economisti sufficientemente indipendenti ed intelligenti da capire che la sua idea era assolutamente rivoluzionaria. Keynes ha dedicato un intero capitolo del suo Trattato a Gesell. Ovviamente per confutarne “riserva le idee, ma se si pensa che nello stesso volume a Marx sono dedicate poche righe, è chiaro che Keynes considerava molto più interessante e pericoloso Gesell di Marx. La confutazione si fonda sulla considerazione che l’applicazione di un’imposta sulla moneta avrebbe spinto gli operatori economici ad adottare un’altra merce come moneta, in base alla teoria degli equivalenti monetari. Confutazione difficilmente sostenibile se pensiamo alla complessità dei rapporti economici nella società moderna indotta dalla crescente suddivisione del lavoro ed alla continua necessità della moneta come mezzo di misura. Il problema, infatti, è un altro. Gesell critica radicalmente la teoria del valore della moneta e la considera un puro mezzo di scambio delle merci. Questo comporta che alla moneta deve essere impedito di fungere da “riserva di valore”, poiché ogni interesse applicato su di essa comporta che la moneta diventi fonte di rendita esattamente come le decime lo erano per i proprietari terrieri. Del “valore”, nella moneta così come nelle cose non ce n’è affatto bisogno, esso è uno spettro, come notava giustamente Marx che però poi finì per evocarlo continuamente per dare consistenza alla sua teoria del plusvalore. L’unica cosa che conta sono i prezzi, ed è su quelli che gli uomini si scontrano e si battono per spuntare quello “migliore” dal proprio punto di vista. La pretesa di Gesell di demolire con tanta decisione un pilastro fondamentale della teoria economica allora dominante contribuì notevolmente a sprofondarlo nell’oblio. Soprattutto era imbarazzante per la maggior parte degli economisti doversi confrontare con obiezioni così sensate e precise, correndo il rischio di dover gettare alle ortiche anni di lavoro teorico per le elucubrazioni di un dilettante dell’economia. Come notava Benedetto Croce “la maggior parte dei professori universitari correda il proprio cervello non diversamente da come arreda il salotto buono di casa” e provare a spostare solo qualche ninnolo ne provoca la reazione più feroce poiché mette a repentaglio il significato stesso di un’intera vita di studi e di lavoro. Oltretutto le questioni monetarie sono alquanto complesse e di per sé stesse poco affascinanti. Alla fine, un po’ per noia un po’ per stanchezza, prevalse l’idea che tutte le merci sono più o meno moneta e la critica di Keynes passò senza incontrare resistenza alcuna, visto che Gesell, l’unico in grado di poterla confutare, era morto già da qualche anno. Salvo poi a scoprire che lo stesso Keynes aveva utilizzato l’idea di Gesell per proporre l’adozione del “Bancor” durante la trattativa di Bretton Woods, una moneta interbancaria che doveva svolgere la funzione di demonetizzare l’oro ed equilibrare i rapporti finanziari tra le banche centrali. Ovviamente la tesi non passò e Bretton Woods sancì il trionfo del dollaro statunitense su tutte le altre monete del mondo occidentale, logica conseguenza del predominio politico e militare americano. Ma la proposta di Keynes, come ha dimostrato G.G. preparata in un suo breve ma intenso saggio, testimonia la profondità e la validità dell’idea di Gesell, e la diretta derivazione della teoria di Keynes dalle idee del pensatore tedesco-argentino. Se nei confronti di Gesell l’establishment accademico reagì con indifferenza, di fronte alle proposte di Keynes la reazione fu durissima e ne provocò l’ostracismo per molti anni anche dopo la sua morte. Ancora nel 1947 ad Harvard era vietato persino parlare di Keynes pena l’espulsione dall’università. Eppure Keynes era un accademico, e di prestigio tale da essere nominato rappresentante della Gran Bretagna in numerose missioni internazionali. Oltretutto, Keynes era un uomo dell’establishment e fu applicando le sue teorie che gli USA riuscirono a moltiplicare la produzione durante la guerra, così come la Germania hitleriana aveva moltiplicato la propria applicando le stesse idee. Solo che l’idea di Gesell sulla moneta non provocava né indebitamento dello stato né dei privati, mentre la versione distorta resa da Keynes e dagli economisti hitleriani portava alla creazione di un enorme debito pubblico, a sua volta fonte di potere e di coercizione. Per Hitler si trattava di trovare un modo qualunque per finanziare la ricostruzione dell’industria bellica e di impadronirsi del mondo con un esercito sufficientemente potente, mentre per Keynes si trattava di far uscire il mondo occidentale dalla crisi terribile in cui si era cacciato dopo il 1929 senza mettere in pericolo il potere dominante. Per entrambi la soluzione fu l’emissione di moneta cartacea sotto forma di titoli del debito pubblico, mentre la moneta franca di Gesell non comportava nessun debito e nessun potere di emissione. La sua idea della moneta franca è così originale e profonda che solo da poco tempo si riesce a scorgerne tutte le implicazioni possibili per la società umana. In un’economia come quella moderna che si fonda sulla rendita finanziaria, il meccanismo della moneta a tasso di interesse negativo comporta una rivoluzione radicale. Allo stesso tempo, il monito di Gesell che intravedeva nella sua l’unica soluzione possibile per uscire dalla trappola della liquidità in cui si stavano cacciando allora le economie del mondo, è quanto mai attuale se persino i giapponesi della BoJ ci stanno ragionando su seriamente per uscire dall’impasse in cui si è cacciata la loro economia da una quindicina d’anni. Non si tratta di un semplice meccanismo finanziario, ma di una nuova visione del mondo che la gente accetterà per convenienza ma che modificherà profondamente la sua visione del denaro e della ricchezza. La moneta franca è la moneta a tasso negativo. L’idea di Gesell è di applicare una sorta di imposta alla moneta cartacea, tramite una marca da applicare periodicamente sulla banconota emessa dalla Banca Centrale. Lo scopo di questa imposta è quello di eliminare ogni funzione di riserva di valore della moneta e favorirne la continua circolazione. Infatti, chi sarebbe così sciocco da tenere a riserva un documento che dopo un mese o un anno perde parte del suo valore facciale? Di fatto in questo modo il sistema monetario tende a raggiungere la massima velocità di circolazione, fatto che rende più agevole determinare la quantità di moneta da emettere in funzione della quantità di beni in circolazione. Per Gesell l’ufficio pubblico “deve” emettere moneta quando i prezzi scendono e deve redimerla se i prezzi salgono anche se, comportando una continua riduzione della massa monetaria, il sistema è tendenzialmente deflazionario al contrario di quanto possa apparire ad una visione superficiale del fenomeno della moneta a tasso negativo. Poiché l’ufficio pubblico emette moneta in funzione delle necessità, il credito tenderà a scomparire e le transazioni avverranno sempre più per contanti. L’abbondanza (id est la sufficienza) della moneta nel sistema comporta che nessuno vorrà più pagare un interesse per ottenere il denaro di cui ha bisogno. Per la verità su questo punto il sistema di Gesell non è molto chiaro, e la questione merita ulteriori riflessioni alle quali ho cercato in qualche modo di contribuire nei miei scritti. Ma è evidente che la moneta gravata da tasso di interesse negativo deve circolare velocemente ed è nemica per sé stessa dell’usura, che presuppone l’accumulazione della moneta in attesa del momento favorevole per applicare il tasso di interesse usurario più conveniente.
Il resto è questione tecnica che la pratica della emissione di moneta franca avrebbe risolto rapidamente e che nulla toglie alla solidità dell’impianto teorico ideato da Gesell.
Correttamente Gesell confida sulla forza inesorabile della legge di Gresham per non temere la contemporanea circolazione della moneta metallica, ma i criteri di emissione della moneta restano un po’ troppo vaghi, se legati solo al termometro dei prezzi. La fiducia di Gesell nella statistica per determinare il livello dei prezzi è eccessiva al pari di quella dei nostri contemporanei, ma non gli se ne può certo fare una colpa se pensiamo all’importanza che ha assunto la statistica nella nostra economia ed alla cieca fede che in essa viene riposta da governanti e studiosi. La mia idea è di legare la determinazione del livello della moneta non solo alle indagini sui prezzi ma anche agli investimenti e alla domanda con un meccanismo di emissione e di distribuzione della moneta legato alla misura degli investimenti e al Reddito di Cittadinanza.
L’idea del Reddito di Cittadinanza legato alla moneta a tasso negativo non è una novità, poiché fu elaborata per primo da Rudolf Steiner che aveva assunto la moneta di Gesell a pieno titolo nel suo sistema economico. La moneta a tasso negativo consente la distribuzione di Reddito di Cittadinanza come strumento di sostegno della domanda (oltre che di equità sociale) senza dover fare i conti con la scarsezza delle risorse. Scarsezza che, aggiungo io, è solo frutto di una logica di potere poiché le risorse sono sempre sufficienti. La vita stessa è risorsa ma, soprattutto, Gesell ha ben chiaro che il “valore” del lavoro non è nelle cose ma nelle idee che lo rendono possibile. Cos’altro può intendere, infatti, quando scrive “James Watt nella tomba lavora più di tutti i cavalli viventi. Non è il lavoro che conta, ma il suo risultato o prodotto.”? L’abbondanza della ricchezza nasce dalla considerazione che solo le idee sono ricchezza poiché senza di esse non solo non sapremmo che fare dei beni che produciamo ma soprattutto non potremmo nemmeno pensarli. Com’è noto, l’abbondanza di beni non è in sé ricchezza; nella nostra società, al contrario, gli eccessi di produzione comportano quelle terribili crisi di sovrapproduzione dalle quali è difficile uscire e che attanagliano da alcuni decenni tutto il mondo occidentale. E’ difficilmente comprensibile una crisi di sovrapproduzione vista dal lato dei produttori che chiudono le fabbriche e dei consumatori che “muoiono di fame perché si è prodotto troppo”, come commentava ironicamente Joaquín Bochaca. Ma vista dal lato finanziario la questione è chiarissima: se la domanda non è sostenuta, la produzione deve ridursi, altrimenti gli investimenti si ritirano in attesa di una nuova fase espansiva e il sistema cade nella trappola della liquidità. E’ il vicolo cieco in cui si è infilato il Giappone da oltre quindici anni e nel quale si dibatte l’intero mondo occidentale, Italia compresa, nell’ultimo decennio. La soluzione di Gesell è fulminante: la moneta a tasso negativo impedisce agli speculatori di accumulare denaro in attesa di diversi e più remunerativi impieghi e li costringe a far circolare quel denaro il più in fretta possibile, pena il suo deprezzamento certo (che rende più appetibile anche un elevato rischio di impresa). Come dicevo, alla Banca del Giappone stanno seriamente pensando ad introdurre un tasso negativo consistente sui depositi monetari per cercare di uscire dalla crisi con lo strumento geselliano, ma certo la misura sarebbe ben più efficace se fosse applicata a tutta la massa monetaria cartacea, ivi compresi i titoli di debito che, come ha dimostrato Keynes, sono parte integrante della massa monetaria. La circolazione monetaria sostiene la domanda e contemporaneamente sostiene la produzione ed il rischio di crisi per mancanza di liquidità è così scongiurato. Non solo, ma l’espansione monetaria non dovrebbe più fondarsi sul credito che, di fatto, verrebbe emarginato dal sistema economico poiché tutti gli operatori troverebbero più conveniente effettuare le transazioni per contanti. La questione coinvolge la struttura stessa della società. Chi dubita infatti, del fatto che il debito sia uno strumento di potere per il quale il debitore deve fare ciò che il creditore gli chiede? La questione del debito rende la situazione sociale esplosiva ed è la fonte del progressivo impoverimento di stati, imprese e famiglie. Nonostante la tecnica abbia messo la nostra società in grado di garantire un tenore di vita straordinariamente elevato, di fatto il livello economico nel mondo e nei paesi occidentali sta subendo una continua erosione. Colpa del debito, che comporta un continuo e crescente trasferimento della ricchezza prodotta dai produttori ai detentori delle rendite finanziarie. Il denaro a tasso negativo elimina di colpo la necessità del debito per la promozione di attività economiche e altrettanto subitaneamente libera le energie di milioni di persone oppresse dal debito. E’ chiaro che il tasso negativo sulla moneta rende impraticabile il risparmio monetario, il che ovviamente non sposta di una virgola gli effetti economici della questione poiché gli investimenti oggi non si fondano più da tempo sul risparmio. Ciò che forse Gesell trascura, a questo punto, sono gli effetti psicologici della scomparsa del risparmio. Che questo sia un’illusione lo dimostrano i tassi di crescita del debito delle famiglie che ormai negli USA ne vede circa il 90% indebitate fino al collo e costrette all’espansione continua pena l’immediato impoverimento. Ma le vecchie idee sono dure a morire e la sola possibilità, anche se illusoria, del risparmio attenua l’ansia crescente per il domani.
Una moneta a tasso negativo, in questa situazione, verrebbe letta come uno strumento non di liberazione ma di ulteriore asservimento alla logica della corsa continua per non venire travolti. A questo bisogno di sicurezza la risposta più semplice è appunto quella del Reddito di Cittadinanza, che non solo sostiene la domanda e distribuisce la ricchezza in misura equa ma rende liberi i cittadini dalla necessità di lavorare per poter vivere e gli consente di creare la vera ricchezza, appunto le idee. Ma la creatività, si sa, è figlia diretta della libertà e quanto potrebbe essere sopportata dal potere una società in cui gli uomini fossero liberati dalla necessità, liberi di creare, e liberi di scegliere realmente? Strappare il velo dell’oblio dalle idee di Gesell è un atto coraggioso che può essere compiuto solo da persone di grande coraggio e rettitudine. La verità - dicevano i Greci - è Aletheia, ciò che è sottratto al Lethe, il velo del nascondimento e della dimenticanza, e come notava Orwell, “nel tempo del grande inganno dire la verità è un atto rivoluzionario”. Voglio ringraziare per il coraggio e la rettitudine l’editore, il curatore della collana e il traduttore che con tanta abnegazione hanno contribuito ciascuno per il suo affinché questa opera vedesse la luce.
Domenico de Simone
Silvio Gesell. Ordine economico naturale (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 162-163). Simplicissimus. Edizione del Kindle.
La Sociocrazia, nota anche come Governance Dinamica, è un sistema di gestione che ha lo scopo di arrivare a soluzioni che creino sia un ambiente socialmente armonioso che organizzazioni ed imprese produttive. Si distingue per l'uso dell' "assenso" piuttosto che il voto a maggioranza nel momento della presa di decisioni, e per il momento di dibattito che avviene, prima del momento decisionale, tra le persone coinvolte che hanno un rapporto di collaborazione, conoscenza e uno scopo comune.
La Sociocrazia (originalmente chiamata: Metodo Sociocratico dell’Organizzazione in Cerchi, in inglese: Sociocratic Circle-Organization Method o SCM) è stata sviluppata in Olanda da Gerard Endenburg, ingegnere elettronico e imprenditore, ed è una revisione dell'approccio originario sviluppato da Betty Cadbury e Kees Boeke, educatori e attivisti pacifisti.
Ci sono diversi testi nella rete internet, sta di fatto che la sociocrazia deve essere provata per comprenderne la funzionalità, fai tu stesso una piccola ricerca per scoprire come funziona e sii protagonista al nostro prossimo incontro di giove-dì.